Orso e lupo

Obiettivi

  1. Acquisire e riorganizzare le informazioni disponibili sulla presenza storica e attuale del lupo e sulle segnalazioni di esemplari di orso.
  2. Sviluppare modelli di monitoraggio per i due grandi carnivori e calibrarli al contesto regionale.
  3. Monitorare il lupo per 5 anni consecutivi su macroaree, prevedendo la formazione di una rete di collaboratori con lo scopo di localizzare e descrivere i branchi, la loro integrità genetica e di raccogliere informazioni sui lupi confidenti. Tutto questo per fornire un modello di monitoraggio permanente e sostenibile per il lupo nella Regione Umbria
  4. Identificare e mappare la presenza e l’abbondanza di cani vaganti anche attraverso la formazione e collaborazione con operatori ASL, allo scopo di ridurre il randagismo canino.
  5. Reperire dati sui danni a carico del bestiame e sovrapporle con i dati di presenza del lupo per determinare le mappe di rischio per le attività zootecniche, ed effettuare azioni mirate di prevenzione su aziende pilota.
  6. Formare tecnici per il rilevamento dei danni da grandi carnivori.
  7. Formare guide naturalistiche con specifiche conoscenze sui grandi carnivori e con capacità di trasmettere informazioni corrette su di essi.
  8. Individuare le aree potenzialmente raggiungibili dall’orso per valutare le condizioni di una possibile colonizzazione del territorio regionale.
  9. Applicare il modello realizzato per monitorare l’orso nelle aree ove si dovesse accertarne la presenza.
  10. Promuovere un turismo di nicchia legato alla consapevolezza dell’esistenza sul territorio di queste specie.

Cosa facciamo

L’azione prevede l’acquisizione e la riorganizzazione di tutte le informazioni disponibili su lupo e orso per il territorio regionale, per costituire un insieme di conoscenze essenziali a garantire la loro conservazione a lungo termine. Questa raccolta di informazioni permetterà di studiare e calibrare al contesto regionale i modelli di monitoraggio per le due specie. Per il lupo il modello sarà poi applicato per 5 anni consecutivi su macroaree omogenee,prevedendo la formazione di una rete di collaboratori coinvolti nel monitoraggio attivo e passivo e la creazione di un tavolo di lavoro permanente per massimizzarne l’efficacia.Il monitoraggio, inizialmente inteso come studio pilota volto a stabilire una pratica di gestione sostenibile, ha lo scopo di creare un database con una descrizione/localizzazione affidabile dei branchi di lupo e della loro integrità genetica. In tale contesto, l’identificazione e la localizzazione della presenza e abbondanza di cani vaganti, anche attraverso la formazione e la collaborazione con operatori ASL, ha lo scopo di ridurre il randagismo canino e il conseguente problema di ibridazione del cane con il lupo.

Per aumentare il grado di accettazione di questa specie da parte della popolazione locale, sarà inoltre creato un database dei lupi che mostrano atteggiamenti confidenti e/o che si avvicinano alle aree urbanizzate. Verrà inoltre realizzata una mappa del rischio di attacchi al bestiame che permetterà di gestire al meglio le potenziali situazioni di conflitto, garantendo interventi mirati e tempestivi, anche attraverso la messa in sicurezza del bestiame di alcune aziende agricole.

La formazione di tecnici per il rilevamento dei danni causati da grandi carnivori da un lato, e la divulgazione di strumenti che facilitino la messa in sicurezza aiuterà ad identificare e gestire questa problematica.

Per quanto riguarda l’orso, lo studio della presenza storica e delle segnalazioni più recenti presenti sul territorio regionale permetterà di individuare le aree potenzialmente raggiungibili dalla specie. Questo consentirà di creare accordi di collaborazione e promuovere le opportune misure di gestione (ad esempio campagne di comunicazione, interventi per ridurre l’accessibilità al cibo di origine antropica, ecc.) per facilitare la dispersione degli individui su larga scala e, di conseguenza, l’espansione dell’area occupata dalla popolazione appenninica. Il modello di monitoraggio per questa specie sarà applicato nelle aree in cui si ravvisi una possibile frequentazione da parte di individui in dispersione da zone limitrofe.

Su tutto il territorio regionale sarà infine incentivata, grazie alla formazione mirata di guide turistiche, una nuova forma di turismo che favorisca l’arrivo di una particolare tipologia di visitatori che frequentino queste zone perché motivati dalla consapevolezza della presenza di grandi carnivori nel territorio.